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Da poco partorita da Netflix una nuova serie dedicata ad un famoso ed apprezzato fumetto della Marvel,  The Punisher, il fumetto originale creato da Gerry Conway, per quanto concerne i testi e da Ross Andru e John Romita per quello che riguarda i disegni fa la sua prima comparsa su The Amazing Spider Man n° 129 del 1974. Comprendiamo bene quanto il concept originale, la storia originale del fumetto si presentino datati con ben 43 anni di storia a corredo, per un personaggio Marvel che è lontano dall’essere l’eroe buono ed eticamente corretto, come ci hanno abituato personaggio come Capitan America o il sopracitato Spider Man, Frank Castle, è questo il nome del protagonista non è un vero “eore” e tanto meno è “super”, si tratta infatti di un soldato pluridecorato che vedendo uccisa la propria famiglia per intero dalla mafia, si trasforma in un giustiziere senza scrupoli pronto ad uccidere, a punire, chiunque a suo giudizio lo meriti. Non è “super” dicevamo, perchè non vola, non ha una forza incredibile, non ha nessuna qualità sovraumana, se non una profonda motivazione ed una affinata conoscenza delle tecniche di guerra apprese nei reparti speciali.

Rispetto alle trasposizioni cinematografiche già messe in campo sul punitore, questa serie, esclusa sulla piattaforma Netflix, di cui trovate tutti i riferimenti a questo link, propone una nuova storia in un contesto moderno, siamo infatti nei primi anni duemila e le missioni militari USA alle quali si fa riferimento sono quelle in Afghanistan.
La serie è temporalmente lunga, parliamo al momento della sola ed unica stagione pubblicata, sono 13 episodi per 60 minuti ciascuno,  non volendo rivelare nulla sulla trama mi limiterò semplicemente a dare una impressione generale, sul contenuto stesso della serie, nulla da dire sulla realizzazione tecnica, sicuramente di alto livello, non altissimo,  la storia inizia da un dopo “Punisher”, ovvero e qui mi rifaccio al fumetto originale, pubblicato nel 1974, e proprio per questo non mi si accusi di “spoiler”, la missione iniziale del punitore è terminata ed il protagonista è uscito di scena, tutti lo sanno morto, da qui si inizia e non aggiungerò altro. Per i fan estetici del fumetto la delusione sarà cocente, non vedremo de facto un punitore esteticamente affine all’immaginario fumettistico prima dell’undicesimo episodio, cosa a mio avviso tremenda, la trama di per se volge su qualcosa di davvero poco poco peso, un episodio “spiacevole” motiva troppe e troppo persone in contrasto tra loro, gli episodi sono molti lunghi e molte parti, soprattutto  nelle prime 6/7 puntate sono noiose, l’attore principale, un bravissimo Jon Bernthal, aderisce al ruolo troppo piano, e quando lo fa per davvero la serie è finita, menzione per l’attore che interpreta Billy Russo, Ben Barnes.
Ci sono però degli elementi positivi e molti, i personaggi sono tutti forti spessi e benissimo interpretati dagli attori, il doppiaggio italiano è sempre di ottimo livello, e nessun ruolo è sciatto, finisci per criticare le scelte di questo o di quel personaggio, e questo, a mio avviso accade quando gli attori funzionano e la sceneggiatura regge, cosa ancora più lodevole vista la debolezza della trama.
Violento e pieno di sangue, come deve essere una serie dedicata al punitore, lo consiglio con riservo ai fan dell’eroe Marvel, e lo consiglio con più leggerezza agli altri. Attendiamo la seconda stagione.