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Nel medio evo le streghe erano perseguitate per i più svariati motivi, si contestavano loro i più disparati e fantasiosi “crimini”, a parte, ovviamente, la stregoneria, ovvero la messa in opera di pratiche magiche di origine occulta e diabolica, alle streghe venivano mosse accuse quali l’avere rapporti intimi con il maligno, partecipare a feste “pagane” dove venivano compiuti sacrifici in nome del diavolo e via dicendo… Ma come spesso accade “le streghe” non erano altro che persone libere, che non volendosi piegare al dominio oscurantista dello stato clericale di quei secoli, continuavano a praticare le loro usanze, le loro credenze e i loro principi di vita.  Questo creava delle forti spaccature all’interno del sistema collaudato dalla chiesa per il dominio assoluto, e da qui l’idea di trasformare coloro che non si uniformavano in “streghe”, principalmente donne, perché in quei tempi oscuri, le donne erano considerate inferiori per valore agli uomini, erano più deboli e non avendo a recriminare nessuna forma di potere politico o economico le si poteva fa fuori senza alcun danno economico di rilievo.

Con il passare del tempo questo ebbe fine, il mondo conosciuto cambio padrone, e le regole del gioco cambiarono, anche se non di molto tutto sommato. Oggi la nuova strega dei nostri “tempi moderni” è internet, la si accusa di arrecare danno alle industrie che campano sui diritti d’autore, mutilando cosi de facto centinaia di posti di lavoro, la si accusa di violare la nostra privacy, mettendo in piazza il nome e i fatti di tutti, le si contesta il fatto di essere ricettacolo per pedofili, terroristi e settaroli pazzoidi di qualsiasi genere. Si crea un’immagine distorta della tecnologia cosi da ottenere il plauso dell’opinione pubblica quanto si decide di chiudere, oscurare, eliminare certi contenuti considerati scomodi, ma scomodi per chi ?!

Mentre Facebook e Twiter diventano lo “schiacciapensieri” per le noiose giornate in ufficio dell’occidente, Cina, Iran, Pakistan e Russia fanno una guerra serrata ai social network, con attacchi di inquisizione informatica, mentre i “ragazzi di pirate bay” vengono condannati da un giudice palesemente in contrasto di interesse, lo stesso partito di pirate bay forte del suo 8% si siede al parlamento europeo… C’è un contrasto forte senza dubbio, questa anarchia digitale chiamata internet non ha filtro ma non confondiamo i filtri con la censura…
Viviamo in un’epoca dove dobbiamo abituarci ad avere, a preservare, anche la nostra identità digitale, non dobbiamo più prendere alla leggera il nostro contatto con la rete, perché potremmo pentircene in seguito, dobbiamo valutare quello che siamo dentro il network… Perché stiamo per cedere il passo alla nuova inquisizione, stiamo per diventare streghe, come i ragazzi di pirate bay, come i blogger iraniani, cinesi, georgiani…

Forse internet non è più lo strumento tecnologico rivelazione del ventunesimo secolo, forse adesso è lo specchio del mondo in cui viviamo…