I fantasmi non esistono, questo si sente dire spesso, e se pensiamo al concetto classico e banale di fantasma è un’affermazione assolutamente condivisibile, ma io credo che i fantasmi esistano, ovviamente non nel modo comune in cui banalmente li interpretiamo, come anime di persone defunte intrappolate in questo mondo a seguito di una morte ingiusta o di una vita conclusa in maniera troppo precoce, o priva di realizzazione, di anime che tormentano spaventando a morte i poveri viventi.
No, i fantasmi esistono, e in una notte chiara, in primavera, possiamo guardarli nel cielo, e tutti li vedranno, sono le luci di quelle stelle perdute nell’universo, a milioni di anni luce di distanza, la luce di quelle stelle che giunge a noi meravigliosa anche se, quella stelle non esistono più da una immensa quantità di tempo, la loro luce viaggia nel cosmo e arriva a noi che la percepiamo ancora, quella luce è una cosa vera, reale, ed è la cosa ver e reale che più si avvicina al concetto di spirito, di anima, per come io la immagino.
Quello che vediamo è la parte residua di un corpo celeste ormai spento magari da un milione di anni, la sua luce, il suo spettro ancora viaggia nell’universo, le distanza inconcepibili di cui è fatto lo spazio cosmico permettono alle leggi della fisica di applicarsi in una maniera difficile da comprendere, tuttavia questo è ciò che accade in modo tangibile.
Se immagino la nostra mente come un piccolo grande universo, lo stesso concetto si applica ai nostri ricordi, ciò che ricordiamo giunge a noi riaffiorando dei meandri della memoria, come la luce giunge delle parti più remote del cosmo, e quello che affiora non è davvero tangibile in termini di esistenza, un ricordo non esiste più nel tempo in cui lo abbiamo vissuto, è una sorte di fotografia, uno spettro di un attimo perduto, come una fotografia, che scattata in quel preciso momento ferma il tempo e lo consegna all’interno dello scatto ad una immobilità eterna.
Accade nelle nostre menti, accade di rivivere nel ricordo una emozione, una sensazione di dolore, o di piacere che sia, poco importa, anche se quel momento è ormai morto, scomparso nel tempo, nemmeno abbiamo una immagine chiara degli eventi che lo hanno definito, creato, abbiamo solo la sensazione.
Accade che ricordiamo le persone, e quello che hanno rappresentato per noi, nel male, nel bene, ma le ricordiamo, nella sensazione che ci trasmette quel passato, l’odore, il profumo di quel momento specifico, il calore o il freddo di quell’attimo ormai perduto nel tempo…
I fantasmi esistono nella misura in cui teniamo vivo dentro di noi l’immagine residua, lo spettro di luce di quell’esistenza lontana, persa nel buio cosmico della nostra mente, del nostro cuore.