Il titolo di questo post non è proprio aderente al contenuto del post stesso, tuttavia da lì voglio partire per affrontare un tema già ampiamente discusso, ovvero, il passaggio all’utilizzo di Linux in una sue tante declinazioni, o meglio distribuzioni, come unico sistema operativo. l’argomento è tornato prepotentemente alla ribalta in quanto Microsoft ha annunciato ufficialmente l’abbandono del supporto a Windows 10 a far data dal ottobre 2025, scelta quanto meno discutibile considerato il fatto che ad oggi le installazioni di Windows 10 sono in assoluto dominanti sul mercato desktop anche rispetto a Windows 11 quest’ultimo accolto non senza critiche dagli utenti:
Di seguito un grafico con i dati di diffusione dei principali sistemi operativi desktop dal gennaio 2023 al giugno 2024:
sul conteggio globale nessun dubbio sul fatto che windows sia in vantaggio, ma nello schema seguente possiamo vedere in dettaglio, sempre nelle stessa finestra temporale come siamo distribuite le differenti versioni di Windows al suo interno:
Le installazioni di Windows 11 sono cresciute nell’ultimo periodo, i prezzi se pur alti dei computer si sono stabilizzati e considerato che non vedremo cali di prezzo nel breve medio termine: aziende e privato hanno iniziato nuovamente, moderatamente, ad acquistare nuovi computer. Vediamo come ad oggi Windows 10 a cui Microsoft intende staccare la spina tra poco più di un anno non sembrerebbe così compromesso nell’installato, anzi tutt’altro. Windows 11 al suo debutto a stupito con le ingiustificate richieste hardware per il suo funzionamento, su processori Intel viene dichiarata compatibilità dagli 8700 in avanti, queste righe sono scritte appunto su di una macchina basata su Intel i7 8700k Coffee Lake, aggiungiamo anche il discorso sulla TPM, obbligatorio per l’installazione di Windows 11 e il “danno” è fatto, Si perché nel 2021 data di rilascio di Windows 11 erano ancora molte le macchine e processori non soddisfacenti i requisiti richiesti, requisiti tutto sommato inutili dato che è stato ampiamente dimostrato che, aggirati i controlli in fase di installazione, Windows 11 fosse in grado di girare tranquillamente su macchine prive di TPM e/o con processori più vecchi. Alla fine dei conti Windows 11 mandava in obsolescenza computer senza però offrire nulla in cambio, o quanto meno nulla di apprezzabile, rispetto a Windows 10 che sino ad oggi ha continuato a funzionare in maniera dignitosa su PC altrimenti obsoleti.
Privo però degli aggiornamenti di sicurezza, che non saranno più garantiti da ottobre 25, Windows 10 diventa “pericoloso” e questo scaraventa gli utenti in un grosso guaio. Io ad esempio ho un PC aziendale del 2019, performante e pienamente soddisfacente per le esigenze lavorativa, tuttavia ha su Windows 10 e tra un anno la mia azienda sarà costretta, non potendolo aggiornare il software a sostituire un hardware potenzialmente ancora valido…
Ci sono differenti strade per affrontare il problema, una di queste è buttar via tutto acquistare un PC nuovo con supporto certificato a Windows 11 e lasciarsi coccolare da mamma Microsoft arricchendola un po’, l’alternativa è montare un Windows 11 aggirando sistemi di controllo e blocco sull’installazione su hardware ufficialmente non supportato, sperando ogni giorno che MS non approfondisca la questione e blocchi tutto con un semplice aggiornamento, in alternativa si può mettere la testa fuori e guardare a cosa ci offre il mondo dell’informatica, “Ah!” scusate non ho preso in considerazione l’opzione Apple con MacOS, altro mondo, bello ma costoso, altra storia…
Abbiamo alternativa all’obsolescenza programmata del nostro computer ? Si l’alternativa c’è si chiama Linux e si esprime in tutte le sue distribuzioni, ma, e sarò franco, pur apprezzando Linux ed utilizzandolo con soddisfazione da tempo, un po’ in contro tendenza, con quello che tutti gli amici “linari” affermano, il passaggio da Windows a Linux può non essere cosi indolore anche nel 2024, anche con il livello di fruibilità raggiunto da certe distribuzioni è stupefacente. Al di là della confort zone che Windows ci offre, le cose sono un po’ le stesse da sempre, non ci sono state rivoluzione nel tempo, fatto salvo per quella portata da Windows 2000 in ambiente Server quanto in ambiente client/home, quello che a mio avviso potrebbe stressare quel senso di difformità di approcci anche all’interno della medesima distribuzione, spesso anche solo un feedback estetico può risultare rassicurante e meno, ad esempio l’installazione dei pacchetti software, è indubbio che sistemi di distribuzione come APT siano infinitamente efficaci e superiori agli store e ai sistemi di aggiornamento messi in campo da MS nel tempo, ma quanto queste “novità” possono essere recepite davvero dagli utenti ? Molte distribuzioni utilizzano determinati repository per lo scaricamento dei pacchetti, aggiungere repository è relativamente semplice ma quanto questo concetto così “alieno” agli utilizzatori di windows può permeare in certe abitudini cattiva già acquisite e radicate ? Ho forte l’impressione che al primo problema più o meno rilevante su Linux i nuovi entusiasti utenti siano pronti a battere in ritirata, e non nascondiamoci dietro a slogan o promesse, qualche problema con le esigenze di utilizzo con il tempo arriva è normale, comune a Linux come a Windows.
La scelta di Linux resta comunque più che valida perché travalica le ragioni tecnologiche, Linux è infatti più performante praticamente sotto quasi ogni aspetto applicativo, è disponibile software professionale e meno professionale ed è in grado di coprire quasi tutte le esigenza dell’utenza media e non solo, anche l’ambito gaming ha goduto di un balzo in avanti pazzesco grazie all’investimento di Valve che ha supportato la diffusione dei giochi presenti sulla piattaforma di Steam sulla Steamdeck la console portatile per la quale ha scelto di smarcarsi da Microsoft, grazie al tool di compatibilità Proton è ora possibile giocare con risultati a dir poco straordinari giochi in origine non rilasciati ufficialmente per girare su piattaforma Linux. A tutto questo va aggiunta una scelta etica che vede nel software opensource qualcosa da non trascurare, Linux infatti è scevro da latenti minacce alla nostra privacy, raccolte di dati per uso commerciali, processi occulti che “controllano” quello che facciamo sul nostro computer, forzature ad aggiornamenti in maniera unilaterale, mediamente Linux ci lascia liberi di scegliere cosa, come e quando, in ogni momento della nostra vita digitale. Con linux e on un po’ di spirito di sacrificio possiamo tornare ad essere proprietari al 100% del nostro computer, come tutte le scelte di libertà anche questa comporta qualche piccola rinuncia, spesso queste rinunce potrebbero rivelarsi meno piccole di quanto preventivato, ma adesso, oggi ne vale davvero la pena…